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Geremia 52:4-16 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

4. L'anno nono del regno di Sedechia, il decimo giorno del decimo mese, *Nabucodonosor, re di Babilonia, venne con tutto il suo esercito contro Gerusalemme; si accampò contro di lei e la circondò di posti fortificati.

5. La città fu assediata fino all'undicesimo anno del re Sedechia.

6. Il nono giorno del quarto mese, la carestia era grave nella città; e non c'era piú pane per il popolo del paese.

7. Allora fu fatta una breccia alla città, e tutta la gente di guerra fuggí, uscirono di notte dalla città, per la via della porta fra le due mura, in prossimità del giardino del re, mentre i *Caldei stringevano la città da ogni parte; i fuggiaschi presero la via della pianura,

8. ma l'esercito dei Caldei inseguí il re, raggiunse Sedechia nelle pianure di *Gerico, e tutto l'esercito di lui si disperse e l'abbandonò.

9. Allora i Caldei presero il re e lo condussero al re di Babilonia a Ribla nel paese di Camat; egli pronunziò la sua sentenza contro di lui.

10. Il re di Babilonia fece scannare i figli di Sedechia in presenza di lui; fece pure scannare tutti i capi di Giuda a Ribla.

11. Poi fece cavar gli occhi a Sedechia; il re di Babilonia lo fece incatenare con una doppia catena di bronzo e lo deportò a Babilonia, e lo mise in prigione, dove rimase fino al giorno della sua morte.

12. Il decimo giorno del quinto mese –era il diciannovesimo anno di Nabucodonosor, re di Babilonia –Nebuzaradan, capitano della guardia del corpo, al servizio del re di Babilonia, giunse a Gerusalemme,

13. incendiò il tempio del Signore e il palazzo del re, diede alle fiamme tutte le case di Gerusalemme e arse tutte le case ragguardevoli.

14. Tutto l'esercito dei Caldei che era con il capitano della guardia demolí da tutte le parti le mura di Gerusalemme.

15. Nebuzaradan, capitano della guardia, deportò una parte dei piú poveri del popolo, i superstiti che erano rimasti nella città, i fuggiaschi che si erano arresi al re di Babilonia e il resto della popolazione.

16. Ma Nebuzaradan, capitano della guardia, lasciò alcuni dei piú poveri del paese a coltivare le vigne e i campi.

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