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Ecclesiaste 1:8-18 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

8. Ogni cosa è in travaglio, piú di quanto l'uomo possa dire; l'occhio non si sazia mai di vedere e l'orecchio non è mai stanco di udire.

9. Ciò che è stato è quel che sarà; ciò che si è fatto è quel che si farà; non c'è nulla di nuovo sotto il sole.

10. C'è forse qualcosa di cui si possa dire: «Guarda, questo è nuovo?» Quella cosa esisteva già nei secoli che ci hanno preceduto.

11. Non rimane memoria delle cose d'altri tempi; cosí di quanto succederà in seguito non rimarrà memoria fra quelli che verranno piú tardi.

12. Io, l'Ecclesiaste, sono stato re d'*Israele a Gerusalemme,

13. e ho applicato il cuore a cercare e a investigare con saggezza tutto ciò che si fa sotto il cielo: occupazione penosa, che Dio ha data ai figli degli uomini perché vi si affatichino.

14. Io ho visto tutto ciò che si fa sotto il sole: ed ecco tutto è vanità, è un correre dietro al vento.

15. Ciò che è storto non può essere raddrizzato, ciò che manca non può essere contato.

16. Io ho detto, parlando in cuor mio: «Ecco io ho acquistato maggiore saggezza di tutti quelli che hanno regnato prima di me a Gerusalemme; sí, il mio cuore ha posseduto molta saggezza e molta scienza».

17. Ho applicato il cuore a conoscere la saggezza, e a conoscere la follia e la stoltezza; ho riconosciuto che anche questo è un correre dietro al vento.

18. Infatti, dov'è molta saggezza c'è molto affanno, e chi accresce la sua scienza accresce il suo dolore.

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