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Daniele 2:10-20 Nuova Riveduta 1994 (NR94)

10. I Caldei risposero al re, e dissero: «Non c'è uomo sulla terra che possa dire ciò che il re domanda; cosí non c'è mai stato re, per grande e potente che fosse, che abbia domandato una cosa simile a un mago, o incantatore, o Caldeo.

11. Quello che il re chiede è difficile e non c'è nessuno che possa dirlo al re, se non gli dèi, la cui dimora non è fra i mortali».

12. Allora il re si adirò, si infuriò terribilmente e ordinò che tutti i saggi di *Babilonia fossero giustiziati.

13. Il decreto fu promulgato e i saggi stavano per essere uccisi; e si cercavano *Daniele e i suoi compagni per uccidere anche loro.

14. Allora Daniele si rivolse con prudenza e con tatto ad Arioc, capo delle guardie del re, che era uscito per uccidere i saggi di Babilonia.

15. Prese la parola e disse ad Arioc, ufficiale del re: «Perché questo decreto cosí perentorio da parte del re?» Allora Arioc spiegò il motivo a Daniele.

16. Daniele si presentò al re e gli chiese di dargli tempo; egli avrebbe fatto conoscere al re l'interpretazione del sogno.

17. Allora Daniele andò a casa sua e informò Anania, Misael e Azaria, suoi compagni,

18. esortandoli a implorare la misericordia del Dio del cielo a proposito di questo segreto, affinché Daniele e i suoi compagni non fossero messi a morte con tutti gli altri saggi di Babilonia.

19. Allora il segreto fu rivelato a Daniele in una visione notturna ed egli benedisse il Dio del cielo dicendo:

20. «Sia benedetto eternamente il nome di Dio perché a lui appartengono la saggezza e la forza.

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