Nuovo Testamento

Atti 25:17-27 La Parola è Vita (PEV)

17. Quando i capi sacerdoti e gli anziani Giudei sono venuti per il processo, io, senza perdere tempo, ho fissato lʼudienza per il giorno dopo e ho ordinato che fosse portato Paolo.

18. Ma le accuse fatte contro di lui non erano proprio quelle che mi aspettavo.

19. Si tratta di una questione che riguarda la loro religione… un certo Gesù che morì, ma che, secondo Paolo, è tuttora vivo.

20. Io ero molto perplesso. Come portare avanti un caso di questo genere? Allora ho chiesto a Paolo se voleva andare a Gerusalemme per essere processato in quella città.

21. Invece lui si è appellato a Cesare. Così ho ordinato che fosse di nuovo rinchiuso in prigione, dove resterà finché non lo manderò dallʼimperatore».

22. «Mi piacerebbe proprio sentire questʼuomo!» esclamò Agrippa.«Domani ne avrai lʼoccasione», rispose Festo.

23. Il giorno seguente, il re Agrippa e Berenice arrivarono in pompa magna nella sala dʼudienza, accompagnati dagli ufficiali e dagli uomini importanti della città. Festo allora ordinò che fosse portato Paolo.

24. Poi si rivolse ai presenti: «Re Agrippa e voi tutti qui presenti», disse, «questo è lʼuomo, per cui i Giudei di questa città e quelli di Gerusalemme chiedono la pena di morte!

25. Secondo me, però, costui non ha fatto niente che meriti tale condanna. Siccome lo stesso imputato sʼè appellato a Cesare, non ho altra alternativa: glielo manderò.

26. Ma che cosa devo scrivere allʼimperatore? In effetti, non ci sono contro di lui accuse che reggano. Perciò lʼho portato qui, davanti a tutti voi, e specialmente davanti a te, re Agrippa, perché dopo questʼesame, tu mi dica cosa devo scrivere.

27. Mi pare assurdo mandare un prigioniero allʼimperatore, senza precisare di che cosa sia accusato!»

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