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Luca 16:3-8 Giovanni Diodati Bibbia 1649 (IGD)

3. E il fattore disse fra sè medesimo: Che farò? poichè il mio signore mi toglie il governo; io non posso zappare, e di mendicar mi vergogno.

4. Io so ciò che io farò, acciocchè, quando io sarò rimosso dal governo, altri mi riceva in casa sua.

5. Chiamati adunque ad uno ad uno i debitori del suo signore, disse al primo:

6. Quanto devi al mio signore? Ed egli disse: Cento bati d’olio. Ed egli gli disse: Prendi la tua scritta, e siedi, e scrivine prestamente cinquanta.

7. Poi disse ad un altro: E tu, quanto devi? Ed egli disse: Cento cori di grano. Ed egli gli disse: Prendi la tua scritta, e scrivine ottanta.

8. E il signore lodò l’ingiusto fattore, perciocchè avea fatto avvedutamente; poichè i figliuoli di questo secolo sono più avveduti, nella lor generazione, che i figliuoli della luce.

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