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Neemia 7:2-14 Giovanni Diodati Bibbia 1649 (IGD)

2. io commisi la guardia di Gerusalemme ad Hanani, mio fratello; e ad Hanania, mastro del palazzo conciossiachè veramente egli fosse uomo leale, e temesse Iddio più che molti altri;

3. e dissi loro: Non apransi le porte di Gerusalemme, finchè il sole non si cominci a riscaldare; e mentre quelli che avranno fatta la guardia saranno ancora quivi presenti, serrinsi le porte, ed abbarratele voi; ed oltre a ciò, dispongansi le guardie degli abitanti di Gerusalemme, ciascuno alla sua vicenda, e ciascuno dirimpetto alla sua casa.

4. Or la città era ampia e grande, e vi era poco popolo dentro, e le case non erano riedificate.

5. E L’IDDIO mio mi mise in cuore d’adunar gli uomini notabili, i magistrati, e il popolo, per descriverli secondo le lor genealogie. Ed io trovai il libro della descrizione di quelli che erano ritornati la prima volta; ed in esso trovai scritto così:

6. Questi son quei della provincia che ritornarono dalla cattività, d’infra i prigioni che Nebucadnesar, re di Babilonia, trasportò; ed i quali se ne rivennero in Gerusalemme, e in Giuda, ciascuno alla sua città;

7. i quali vennero con Zorobabel, Iesua, Neemia, Azaria, Raamia, Nahamani, Mardocheo, Bilsan, Misperet, Bigvai, Nehum, e Baana. Il numero degli uomini del popolo d’Israele, era questo:

8. I figliuoli di Paros erano duemila censettantadue;

9. i figliuoli di Sefatia, trecensettantadue;

10. i figliuoli di Ara, seicencinquantadue;

11. i figliuoli di Pahat-Moab, divisi ne’ figliuoli di Iesua, e di Ioab, duemila ottocendiciotto;

12. i figliuoli di Elam, mille dugencinquantaquattro;

13. i figliuoli di Zattu, ottocenquarantacinque;

14. i figliuoli di Zaccai, settecensessanta;

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