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Giobbe 7:10-21 Giovanni Diodati Bibbia 1649 (IGD)

10. Egli non ritornerà più a casa sua, E il luogo suo non lo riconoscerà più.

11. Io altresì non ratterrò la mia bocca; Io parlerò nell’angoscia del mio spirito, Io mi lamenterò nell’amaritudine dell’anima mia.

12. Sono io un mare, o una balena, Che tu mi ponga guardia attorno?

13. Quando io dico: La mia lettiera mi darà alleggiamento, Il mio letto solleverà parte del mio lamento;

14. Allora tu mi sgomenti con sogni, E mi spaventi con visioni.

15. Talchè io nell’animo sceglierei innanzi di essere strangolato, E innanzi vorrei la morte che le mie ossa.

16. Io son tutto strutto; io non viverò in perpetuo; Cessati da me; conciossiachè i miei giorni non sieno altro che vanità.

17. Che cosa è l’uomo, che tu ne faccia sì grande stima, Che tu ponga mente ad esso?

18. E che tu lo visiti ogni mattina, E ad ogni momento l’esamini?

19. Fino a quando non ti rivolgerai indietro da me, E non mi darai alcuna posa, Tanto che io possa inghiottir la mia saliva?

20. Io ho peccato; che opererò inverso te, o Guardiano degli uomini? Perchè mi hai posto per tuo bersaglio, E perchè sono io grave a me stesso?

21. E perchè non perdoni il mio misfatto, E non rimuovi la mia iniquità? Conciossiachè di presente giacerò nella polvere; E, se poi tu mi ricerchi, io non sarò più.

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