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Evangelo di S. Matteo 22:15-26 Diodati Bibbia 1885 (DO885)

15. ALLORA i Farisei andarono, e tenner consiglio come lo sorprenderebbero in fallo nelle sue parole.

16. E gli mandarono i lor discepoli, con gli Erodiani, a dirgli: Maestro, noi sappiamo che tu sei verace, e che insegni la via di Dio in verità, e che non ti curi d'alcuno; perciocchè tu non riguardi alla qualità delle persone degli uomini.

17. Dicci adunque: Che ti par egli? È egli lecito di dare il censo a Cesare, o no?

18. E Gesù, riconosciuta la lor malizia, disse: Perchè mi tentate, o ipocriti?

19. Mostratemi la moneta del censo. Ed essi gli porsero un denaro.

20. Ed egli disse loro: Di chi è questa figura, e questa soprascritta?

21. Essi gli dissero: Di Cesare. Allora egli disse loro: Rendete dunque a Cesare le cose che appartengono a Cesare, e a Dio le cose che appartengono a Dio.

22. Ed essi, udito ciò, si maravigliarono, e, lasciatolo, se ne andarono.

23. IN quell'istesso giorno vennero a lui i Sadducei, i quali dicono che non vi è risurrezione, e lo domandarono, dicendo:

24. Maestro, Mosè ha detto: Se alcuno muore senza figliuoli, sposi il suo fratello per ragione d'affinità la moglie di esso, e susciti progenie al suo fratello.

25. Or appo noi vi erano sette fratelli; e il primo, avendo sposata moglie, morì; e, non avendo progenie, lasciò la sua moglie al suo fratello.

26. Simigliantemente ancora il secondo, e il terzo, fino a tutti e sette.

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