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Evangelo di S. Giovanni 10:16-32 Diodati Bibbia 1885 (DO885)

16. Io ho anche delle altre pecore, che non son di quest'ovile; quelle ancora mi conviene addurre, ed esse udiranno la mia voce; e vi sarà una sola greggia, ed un sol pastore.

17. Per questo mi ama il Padre, perciocchè io metto la vita mia, per ripigliarla poi.

18. Niuno me la toglie, ma io da me stesso la dipongo; io ho podestà di diporla, ed ho altresì podestà di ripigliarla; questo comandamento ho ricevuto dal Padre mio.

19. Perciò nacque di nuovo dissensione tra i Giudei, per queste parole.

20. E molti di loro dicevano: Egli ha il demonio, ed è forsennato; perchè l'ascoltate voi?

21. Altri dicevano: Queste parole non son d'un indemoniato; può il demonio aprir gli occhi de' ciechi?

22. OR la festa della dedicazione si fece in Gerusalemme, ed era di verno.

23. E Gesù passeggiava nel tempio, nel portico di Salomone.

24. I Giudei adunque l'intorniarono, e gli dissero: Infino a quando terrai sospesa l'anima nostra? Se tu sei il Cristo, diccelo apertamente.

25. Gesù rispose loro: Io ve l'ho detto, e voi nol credete; le opere, che io fo nel nome del Padre mio, son quelle che testimoniano di me.

26. Ma voi non credete, perciocchè non siete delle mie pecore, come io vi ho detto.

27. Le mie pecore ascoltano la mia voce, ed io le conosco, ed esse mi seguitano.

28. Ed io do loro la vita eterna, e giammai in eterno non periranno, e niuno le rapirà di man mia.

29. Il Padre mio, che me le ha date, è maggior di tutti; e niuno le può rapire di man del Padre mio.

30. Io ed il Padre siamo una stessa cosa.

31. Perciò i Giudei levarono di nuovo delle pietre, per lapidarlo.

32. Gesù rispose loro: Io vi ho fatte veder molte buone opere, procedenti dal Padre mio; per quale di esse mi lapidate voi?

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