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Epistola di S. Paolo 2 ai Corinti 11:15-25 Diodati Bibbia 1885 (DO885)

15. Ei non è dunque gran cosa, se i suoi ministri ancora si trasformano in ministri di giustizia; de' quali la fine sarà secondo le loro opere.

16. IO lo dico di nuovo: Niuno mi stimi esser pazzo; se no, ricevetemi eziandio come pazzo; acciocchè io ancora mi glorii un poco.

17. Ciò ch'io ragiono in questa ferma confidanza di vanto, non lo ragiono secondo il Signore, ma come in pazzia.

18. Poichè molti si gloriano secondo la carne, io ancora mi glorierò.

19. Poichè voi, così savi, volentieri comportate i pazzi.

20. Perciocchè, se alcuno vi riduce in servitù, se alcuno vi divora, se alcuno prende, se alcuno s'innalza, se alcuno vi percuote in sul volto, voi lo tollerate.

21. Io lo dico a nostro vituperio, noi siamo stati deboli; e pure, in qualunque cosa alcuno si vanta, io lo dico in pazzia, mi vanto io ancora.

22. Sono eglino Ebrei? io ancora; sono eglino Israeliti? io ancora; sono eglino progenie di Abrahamo? io ancora.

23. Sono eglino ministri di Cristo? io parlo da pazzo, io lo son più di loro; in travagli molto più; in battiture senza comparazione più; in prigioni molto più; in morti molte volte più.

24. Da' Giudei ho ricevute cinque volte quaranta battiture meno una.

25. Io sono stato battuto di verghe tre volte, sono stato lapidato una volta, tre volte ho rotto in mare, ho passato un giorno ed una notte nell'abisso.

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