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Epistola di S. Paolo 1 ai Corinti 14:21-32 Diodati Bibbia 1885 (DO885)

21. Egli è scritto nella legge: Io parlerò a questo popolo per genti di lingua strana, e per labbra straniere; e non pur così mi ascolteranno, dice il Signore.

22. Per tanto, i linguaggi son per segno, non a' credenti, anzi agli infedeli; ma la profezia non è per gl'infedeli, anzi per li credenti.

23. Se dunque, quando tutta la chiesa è raunata insieme, tutti parlano linguaggi strani, ed entrano degl'idioti, o degl'infedeli, non diranno essi che voi siete fuori del senno?

24. Ma, se tutti profetizzano, ed entra alcun infedele, o idiota, egli è convinto da tutti, è giudicato da tutti.

25. E così i segreti del suo cuore son palesati; e così, gettandosi in terra sopra la sua faccia, egli adorerà Iddio, pubblicando che veramente Iddio è fra voi.

26. CHE convien dunque fare, fratelli? Quando voi vi raunate, avendo ciascun di voi, chi salmo, chi dottrina, chi linguaggio, chi rivelazione, chi interpretazione, facciasi ogni cosa ad edificazione.

27. Se alcuno parla linguaggio strano, facciasi questo da due, o da tre al più; e l'un dopo l'altro; ed uno interpreti.

28. Ma, se non vi è alcuno che interpreti, tacciasi nella chiesa colui che parla linguaggi strani; e parli a sè stesso, e a Dio.

29. Parlino due o tre profeti, e gli altri giudichino.

30. E se ad un altro che siede è rivelata alcuna cosa, tacciasi il precedente.

31. Poichè tutti ad uno ad uno potete profetizzare; acciocchè tutti imparino, e tutti sieno consolati.

32. E gli spiriti de' profeti son sottoposti a' profeti.

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