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Epistola di S. Paolo 1 ai Corinti 14:1-11 Diodati Bibbia 1885 (DO885)

1. PROCACCIATE la carità, ed appetite, come a gara, i doni spirituali; ma principalmente che voi profetizziate.

2. Perciocchè, chi parla in linguaggio strano non parla agli uomini, ma a Dio; poichè niuno l'intende, ma egli ragiona misteri in ispirito.

3. Ma chi profetizza ragiona agli uomini, in edificazione, ed esortazione, e consolazione.

4. Chi parla in linguaggio strano edifica sè stesso; ma chi profetizza edifica la chiesa.

5. Or io voglio bene che voi tutti parliate linguaggi; ma molto più che profetizziate; perciocchè maggiore è chi profetizza che chi parla linguaggi, se non ch'egli interpreti, acciocchè la chiesa ne riceva edificazione.

6. Ed ora, fratelli, se io venissi a voi parlando in linguaggi strani, che vi gioverei, se non che io vi parlassi o in rivelazione, o in scienza, o in profezia, o in dottrina?

7. Le cose inanimate stesse che rendono suono, o flauto, o cetera, se non dànno distinzione a' suoni, come si riconoscerà ciò che è sonato in sul flauto, o in su la cetera?

8. Perciocchè, se la tromba dà un suono sconosciuto, chi si apparecchierà alla battaglia?

9. Così ancor voi, se per lo linguaggio non proferite un parlare intelligibile, come s'intenderà ciò che sarà detto? perciocchè voi sarete come se parlaste in aria.

10. Vi sono, per esempio, cotante maniere di favelle nel mondo, e niuna nazione fra gli uomini è mutola.

11. Se dunque io non intendo ciò che vuol dir la favella, io sarò barbaro a chi parla, e chi parla sarà barbaro a me.

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