12. E questo è, per esser congiuntamente consolato in voi, per la fede comune fra noi, vostra e mia.
13. Ora, fratelli, io non voglio che ignoriate che molte volte io ho proposto di venire a voi, acciocchè io abbia alcun frutto fra voi, come ancora fra le altre genti; ma sono stato impedito infino ad ora.
14. Io son debitore a' Greci, ed ai Barbari; a' savi, ed a' pazzi.
15. Così, quant'è a me, io son pronto ad evangelizzare eziandio a voi che siete in Roma.
16. PERCIOCCHÈ io non mi vergogno dell'evangelo di Cristo; poichè esso è la potenza di Dio in salute ad ogni credente; al Giudeo imprima, poi anche al Greco.
17. Perciocchè la giustizia di Dio è rivelata in esso, di fede in fede; secondo ch'egli è scritto: E il giusto viverà per fede.
18. POICHÈ l'ira di Dio si palesa dal cielo sopra ogni empietà, ed ingiustizia degli uomini, i quali ritengono la verità in ingiustizia.
19. Imperocchè, ciò che si può conoscer dì Dio è manifesto in loro, perciocchè Iddio l'ha manifestato loro.
20. Poichè le cose invisibili d'esso, la sua eterna potenza, e deità, essendo fin dalla creazion del mondo intese per le opere sue, si veggono chiaramente, talchè sono inescusabili.
21. Perciocchè, avendo conosciuto Iddio, non però l'hanno glorificato, nè ringraziato, come Dio; anzi sono invaniti nei lor ragionamenti, e l'insensato lor cuore è stato intenebrato.
22. Dicendosi esser savi, son divenuti pazzi.